Sport per il carattere …
C’è chi è mosso dalla voglia di migliorarsi. Statisticamente, sono pochi, ma se sei uno di quelli complimenti, parlerò anche di te. Parlerò di te come del maratoneta, che tu sia un maratoneta in senso stretto oppure no, sei una persona che ama porsi obiettivi sfidanti e adoperarsi per raggiungerli, perché ciò consente di migliorarsi, apprendere, svilupparsi.
C’è chi è mosso dal bisogno di non soffrire. Sono i più: la nostra storia evolutiva condiziona ancora tanto le nostre scelte. Gran parte degli esseri umani si alza dalla poltrona solo quando brucia. Non sentirti in colpa, è naturale. Questo articolo è anche per te.
A volte insomma ciò che ci muove nell’allenarci è la motivazione a migliorare. Ma, considerata la nostra storia evolutiva di esseri umani, in gran parte dei casi ciò che ci muove nell’allenarci è il bisogno di superare una crisi. È lì che spesso scopriamo quanto serva la nostra forza. Mentre abbiamo chiaro che ci serve forza, resistenza, agilità e buona salute per correre, ci sfugge troppo spesso il fatto che occorre una forza di carattere ben allenata per far sì che il nostro correre sia efficace.
Tu, il maratoneta
Immedesimarsi in una attività sportiva è il modo più immediato per comprendere il perché e il come si svolge un percorso di Coaching Umanistico.
Siccome stiamo usando l’esempio del maratoneta, ti chiedo di immaginare di voler correre una maratona e chiederti: correrei una maratona senza allenarmi? La risposta è no. A nessuno verrebbe in mente di correre una maratona senza allenarsi.
Il minimo che fa una persona intenzionata a una tale sfida è correre il più possibile. Si dice: dovrò correre a lungo, correrò più a lungo possibile. Mica ha tutti i torti. Ha dimenticato una cosa, che forse si chiederà al traguardo se lo raggiungerà, e cioè chiedersi perché lo sta facendo.
Se viene da me, all’allenamento aggiugneremo altri tre ingredienti:
- conoscere il perché si vuole correre (il senso e la motivazione)
- conoscere tutte le risorse che si hanno a disposizione (fisiche e caratteriali)
- allenare (anche il carattere).
- Chiedersi perché. Se ti è capitato di trovarti a un traguardo di una sfida (sportiva o di altro tipo) senza sentirti felice, se quella felicità è durata troppo poco, se ti è capitato di ritirarti e sentirti sconfitto, forse non ti sei chiesto fino in fondo perché. Non ti era chiara, non era stata fino in fondo indagata, la motivazione che ti ha portato a cogliere la sfida. Probabilmente la motivazione era estrinseca, legata cioè a un riconoscimento sociale, a un senso del dovere, a un premio, a qualcosa di altro da te. La gratificazione in questi casi sappiamo non essere duratura. Spesso il problema non è raggiugnere un obiettivo (chi è ostinato li raggiunge sempre!), il problema è raggiungere obiettivi che abbiano un senso per chi li persegue, che rendano felici, pieni, realizzati. Che migliorino la vita. Ecco spesso i miei percorso hanno l’obiettivo di definire l’obiettivo, quello vero. Ho incontrato più persone realizzate grazie a dei fallimenti che persone realizzate tagliando traguardi. La motivazione intrinseca e il senso delle cose che facciamo danno profondità al fare e al viaggio. La mèta è solo la ciliegina, sulla torta.
- Conoscere le proprie risorse. Non si corre solo con le gambe e con il fiato, che pure sono risorse essenziali. Si corre con il proprio carattere, con quell’essere che muove il fare, con quelle caratteristiche che, se note e fortificate, potenziano fare, gambe e fiato. Facciamo qualche esempio di punti di forza del carattere. Chi ha ben allenato l’amore per la bellezza e l’eccellenza, farà uno scatto in più nel vedersi superare da un atleta dall’andatura perfetta o da un bel atleta in pantaloncini! Chi ha allenata la capacità di amare farà uno scatto in più per affiancare l’atleta in difficoltà di fianco a sé; chi ha allenato il perdono sosterrà il proprio ritmo anche quando qualche runner passando di fianco lo avrà denigrato, guardato con disprezzo; chi ha allenato la propria audacia e il proprio valore proverà a spingere un po’ di più sentendo il tendine e sapendo che ciò mette a rischio la maratona successiva ma ci vuole coraggio, perché questa cosa è importante… e così via. Quelli menzionati sono alcuni dei muscoli caratteriali con cui si lavora con un coach umanista. Averne consapevolezza e averli allenati consente di avere una marcia in più. Conoscere le proprie risorse vuol dire anche conoscere i propri limiti. È il pieno impiego delle proprie risorse, in armonia con i propri limiti, a realizzarti, non le risorse e i limiti degli altri. Conosci il tuo tempo ideale e la tua forza? O conosci quella del tuo amico collega trainer? Con cosa confronti la tua performance?
- E poi ci si allena, come si fosse in gara. Solo così la gara può essere vissuta gioiendo a pieno della prestazione e della competizione. Si allenano i muscoli del corpo e quelli del carattere. I risultati rendono efficace il nostro allenamento solo se l’allenamento segue un piano preciso e un obiettivo SMART (specifico, misurabile, realistico, rilevante per sé, ben definito nel tempo).
Per la maratona alleniamo la corsa, il fiato, i muscoli del corpo. Per ogni azione e obiettivo quotidiano, per ogni difficoltà e obiettivo a lungo raggio, alleniamo competenze e forza di carattere.
Sono troppo (forte)
Ci sono muscoli che usiamo sempre, ma che non alleniamo mai. Cosa vuol dire? Che non li sappiamo gestire. Essere troppo sensibili, essere troppo determinati, essere troppo buoni, essere troppo curiosi, non te lo sei mai detto? Essere forti vuol dire imparare a gestire la forza per uno scopo di realizzazione. Per dare una carezza, quanta forza ci vuole?
I punti di forza del carattere scendono in campo per la maratona così come per qualunque altra attività quotidiana che svolgiamo e si allenando quando si sanno dosare nel tempo e per lo scopo. Si allenano così i muscoli del carattere.
Sai quali sono i tuoi muscoli caratteriali? Li conosci? Sei sicuro/a che siano tuoi? Come ti fanno sentire quando li adoperi?
Sai come impiegarli per i tuoi obiettivi quotidiani?
Li alleni?
Sai dosarli, gestirli, farli interagire?
… e crescita spirituale
Il carattere ha un potenziale che si esprime nel fare e che rende felici. Se lavori con me, ti chiederò perché vuoi raggiungere un obiettivo, proprio quello, andremo alla ricerca non soltanto della motivazione ma del senso che ti porta a fare quello che fai.
Non si parte se quello che fai, in cui ti impegni, non ha un senso per te.
Il senso non deve essere giusto o sbagliato, deve essere tuo, vero per te oggi. E se cambierà, andrà bene. È la ricerca che ci interessa.
Trovarti un po’, in ciò che sei, è crescere spiritualmente, è sentire che tutto ha un senso, anche attraverso un quotidiano che spesso, tanto bello, non è.
– – – Definizioni di Coaching – – –
Il coaching è un metodo di sviluppo delle potenzialità dei singoli, dei gruppi e delle organizzazioni che ha come fine ultimo l’alleanza con il proprio cliente nel percorso della sua autorealizzazione.
[Associazione Italiana Coach Professionisti]
Il coaching professionale è un rapporto di partnership che si stabilisce tra coach e cliente con lo scopo di aiutare quest’ultimo ad ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo che personale.
[Federazione Italiana Coach]
Il coaching può essere definito come l’arte di favorire o accelerare un cambiamento personale.
[Fondazione RUI]
Il Coaching Umanistico è una ricerca continua di eccellenza e significato.
[Laura Leone]