Fondamenta2019-06-12T12:13:25+02:00

Senza radici non si vola.

Bert Hellinger

Alla base
del mio
lavoro
ci sono

Alla base del mio lavoro ci sono

Il primo pilastro ha come obiettivo comprendere la persona nella sua unicità comprendere la sua visione del mondo, la percezione di sé, i suoi sentimenti, la sua esperienza come soggetto e affiancarla in un percorso che ha al centro auto-realizzazione, scelta e creatività.
Tutto questo facendo attenzione ai tempi di cui il potenziale personale ha bisogno per maturare. Questo è un pilastro riconducibile alla Filosofia Antica: l’arte di vivere in modo virtuoso, e quindi felice, è un modo di vivere, non solo una questione teorica. È l’allenamento dell’atleta che mette insieme corpo – azioni muscoli pensieri emozioni – e significati.

Il secondo pilastro ha come scopo facilitare la persona nel conoscere e riconoscere i propri obiettivi primari e i propri valori, ciò che per sé è rilevante. Insieme agevoliamo la comprensione dello stadio di sviluppo personale della motivazione. Questo scopo segue le ricerche in seno al Coaching Evolutivo, che pone le seguenti domande: Cosa mi muove? Quali sono i miei bisogni e quali i miei desideri? Il Coaching Evolutivo considera e utilizza le risposte da un preciso punto di vista: lo sviluppo psicologico del soggetto è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Il modello di sviluppo delle motivazioni personali facilita la distinzione tra desideri e bisogni con lo scopo di fare più spazio possibile ai desideri.

Il secondo pilastro ha come scopo facilitare la persona nel conoscere e riconoscere i propri obiettivi primari e i propri valori, ciò che per sé è rilevante. Insieme agevoliamo la comprensione dello stadio di sviluppo personale della motivazione. Questo scopo segue le ricerche in seno al Coaching Evolutivo, che pone le seguenti domande: Cosa mi muove? Quali sono i miei bisogni e quali i miei desideri? Il Coaching Evolutivo considera e utilizza le risposte da un preciso punto di vista: lo sviluppo psicologico del soggetto è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Il modello di sviluppo delle motivazioni personali facilita la distinzione tra desideri e bisogni con lo scopo di fare più spazio possibile ai desideri.

Il terzo pilastro è il modello operativo utilizzato: la maieutica, l’arte di far venire alla luce ciò che già è ma che non ha ancora preso campo, non è ancora fiorito del tutto. Praticare l’arte maieutica vuol dire non solo, non tanto, trovare la domanda giusta per il cliente, ma predisporsi, mentalmente e spiritualmente, in una condizione di ricerca e di disponibilità alla scoperta; vuol dire sentire sempre, e allenare, la disponibilità a stupirsi di fronte al cliente. Sei un’opera d’arte: unica, inimitabile, così come le tue verità, tutte le scoperte che fai rispetto a te stesso o al mondo, in ogni passo del cammino.

I pilastri orientano il mio lavoro, mi danno la direzione nel lavoro con il cliente. Sono collegati tra loro.

Queste fondamenta sorreggono lo spazio in cui accolgo il cliente.

Uno spazio che diventa un punto di riferimento del percorso di coaching del cliente attraverso la relazione che instauriamo. Costruire una relazione di fiducia e alleanza è indispensabile per la riuscita del percorso. Il cliente sceglie il proprio coach e l’avventura che si appresta a vivere. Il percorso prevede poi delle tappe obbligate: sono le risorse, da scoprire e allenare, la cura di sé, gli ostacoli, tutte le alleanze possibili che faciliteranno l’avanzamento, e soprattutto la motivazione e l’intenzione. Il piano d’azione e il monitoraggio ci daranno prova dei risultati.