Adolescenti. La SENSIBILITÀ

/, coachingumanistico, sensibilità, teenagers/Adolescenti. La SENSIBILITÀ

È troppo sensibile.

Qualcosa di bello, può essere troppo?dal sito accademiadellacrusca.it Il troppo stroppia, diceva un detto.

Cosa vuol dire essere troppo sensibili e come restituirlo agli adolescenti senza farli sentire sbagliati?

Cinque (s)punti, per l’adulto ma anche per l’adolescente, per facilitare il comprendere e gestire la sensibilità.

 

1. Sentire è una abilità.

Su questo non ci possono essere dubbi. Quando i bimbi nascono pian piano sviluppano questa abilità ed è la loro possibilità di scoprire il mondo in tutte le sue sfaccettature. Di conoscere, di scoprire, di vivere. Sentire parte dai sensi (udire, toccare, gustare…) e poi sviluppa un sentire che è sentimentale, fino alla possibilità di dare un senso (senso!) alla propria vita: il terzo mandato psicologico dell’esistenza umana. Quando tutto va bene, ciò permette di essere integrati con se stessi e con gli altri. Di tornare ad appartenere a quell’insieme che ci ha generati.

 

2. Il troppo è troppo

Una canzone a me nota e cara recita che troppo sentire stordisce. Si è partiti dal fatto che il troppo non è funzionale né utile, e può fare anche male. Un esempio semplice semplice: bere troppa acqua o fare troppo sport è dannoso. È una antica conoscenza e saggezza su ogni eccesso. Ma è vero anche per un bimbo o un adolescente?

Partiamo dall’adulto: lui, o lei, che hanno compiuto quel processo descritto al punto 1 e per il quale tutto è andato suppergiù bene, hanno appreso il senso della misura. Il senso della misura per eccellenza è sapere di essere mortali; da lì seguono tutti gli altri. Siamo limitati e al contempo capaci di cose molto belle, buone, grandiose; ciascuno può trovare il suo demone buono. I giovani, coloro che non hanno ancora compiuto un pieno sviluppo delle facoltà psico-fisiche non conosco ancora bene questo senso della misura.

 

3. Gli eccessi degli adolescenti

E così, per imparare a misurarsi i giovanissimi sperimentano: eccedono, si fissano, cambiano strada. La ricerca spontanea somiglia a quella che abbiamo stutturato scientificamente. Osano e rischiano anche tanto. Per arrivare a un equilibrio insomma, come descritto nell’articolo dedicato alle fissazioni degli adolescenti, si passa attraverso gli eccessi: il bimbo deve potersi sentire onnipotente e poi pian piano saper sentire la frustrazione di non esserlo; l’adolescente deve potersi sentire unico e poi pian piano saper sentire la frustrazione di non esserlo, sentendosi spesso all’opposto, insignificante.

TAOSi dondola tra estremi opposti, come insegna la Legge degli opposti, fino a trovare la propri misura e sempre ancora dondolando.

Qualcuno potrebbe, quindi, sentire troppo: quel troppo sentire sarà segnale di una caratteristica, di un potenziale, che può e deve essere allenato come tale e non come limite, perché vorrà indicare il possedere un qualcosa in più, un potere in più. L’adolescente deve solo imparare a gestirlo. Molto probabilmente quel grande sentire ci racconta di una potenziale spiccata intelligenza sociale, di una propensione a una grande capacità di amare.
Di certo non si ha qualcosa in meno.

Allora che si fa? Si impara a gestirla. Essere forti vuol dire saper gestire la forza, non vuol dire usarla tutta. È ciò che fa l’atleta, quando vince.

 

4. Il troppo è troppo per chi?

Il troppo sentire costituisce un problema per l’adulto, un qualcosa da rivedere per chi è guida. In ogni caso anche per l’adulto si può partire dalla consapevolezza che alla base c’è una abilità, e non una disabilità.

L’adulto che non ha imparato a gestire la sensibilità spesso non sente più niente, e quindi non è più stimolato a farlo. Ma non sta bene; è questo, sempre, il segnale.

L’adulto “troppo sensibile” ha un segnale in più rispetto a questa abilità ancora “viva”; deve fare lo sforzo di captarlo e impegnarsi per viverlo bene.

 

5. Affiancare l’adolescente per trasformare il potenziale della sensibilità in potere

Cosa c’entra l’adulto con l’adolescente? Oltre a essere guida per il giovane, l’adulto deve gestire l’impossibilità a gestire la sensibilità dell’adolescente.

L’eccesso di sensibilità del giovane o giovanissimo può essere vissuto male proprio da adulti ipersensibili o ipo-sensibili, adulti cioè che non hanno avuto la possibilità di apprendere l’abilità del giusto sentire, la capacità del gestire il sentire. Adulti che ne soffrono.
Gli adolescenti, i bambini, sono sempre una buona occasione di rivedere ciò che per gli adulti non tanto è andato per il verso giusto. Costringono a fermarsi e fare un passo indietro, e quindi, avanti. Siamo loro grati!
In questo viaggio, facciamo lo sforzo di non spaventarci di fronte al loro sentire: restituiamo loro il sentire come forza, alleniamola insieme; aiutiamoli a dirsi che va tutto bene, che noi ci siamo anche in tutto quel frastuono, finché non passa o non torna.

Così, loro apprenderanno come ponderare la forza, proprio come con quei loro corpi che crescono all’improvviso e devono reimparare a camminare, muoversi, e, talvolta, non dare testate contro le avvolgibili 🙂

 

 

Leggi anche Adolescenti. La PIGRIZIA.

2020-05-19T12:40:22+02:00