Do not call me

Non mi chiamare se non hai intenzione di agire. Non mi chiamare se credi che un Coach ti risolverà il problema.

La soluzione per tutti i problemi

Sono questi tempi di grandi illusioni e di convincenti parole, e la parola coach è in cima alla lista: dalle diete dimagranti innovative (…), al successo finanziario della tua impresa, passando per rivoluzioni mentali in pochi shot, l’appellativo è oggi alla portata di tutti coloro che dicono di essere la persona giusta per risolverti un problema, qualunque problema. Bene, non mi chiamare, non sono io quel coach.

 

La soluzione senza la tua azione

Ci sono circostanze in cui farci risolvere il problema da un altro è la cosa giusta da fare. Se devi rifare l’impianto elettrico chiamerai l’elettricista; per risanare il bilancio della tua azienda avrai bisogno di un consulente contabile; se ti serve una perizia per la tua ristrutturazione il geometra, e per cavarsi un dente sempre il famoso dentista.

Nella migliore delle ipotesi, intendo dire quando avrai trovato un consulente etico (che ha davvero un servizio da offrirti) e professionale e gli chiederai di risolverti un problema, anche tu vorrai e dovrai dare il tuo contributo, comprendere cosa accade, partecipare; dovrai tenerci1 e collaborare. Ad ogni modo sarà l’esperto del campo a sapere come fare ciò di cui hai bisogno. Il meccanico, il commercialista, l’ingegnere; e ancora, il consulente di immagine, colui che fa la toilette al tuo cane. C’è pure il venditore, il cui servizio è vendere i tuoi servizi per te.

Ma il Coach? Qual è il campo del Coach?

 

Quando occorre che sia tu ad agire

Il campo del coach è lo sviluppo delle tue competenze e capacità e il potenziamento delle tue risorse. Se vuoi comprendere perché quelli sopra citati non sono Coach, la parola tue spiega immediatamente tutto. Sul campo in cui scendi insieme a un Coach professionista sei tu a giocare: occorre tu scelga il tuo avversario, la tua partita, occorre che individui le tue motivazioni a stare nel gioco (che qualcuno chiama sapientemente infinito2) e cerchi le tue qualità per realizzarti. Perciò  insisto nel dirti che sei sulla strada sbagliata se pensi che un coach possa sapere come tu devi vivere la tua esistenza e sviluppare la tua impresa; per lo meno, sappi che non sono io quel coach. L’esperto della tua esistenza e della tua impresa sei tu.

 

E io?

Io ti posso affiancare se vuoi  sviluppare ciò che ti serve per diventare tu un po’ di più più velocemente di quanto non potresti comunque fare da solo. (Impareremmo tutti la matematica da soli dopo cent’anni. Duecento?). Se vuoi trasformare la tua realtà non ci sarà nessuno che possa farlo al posto tuo, salvo farti diventare qualcosa che non ti appartiene o che non ti somiglia per niente.

Se vuoi apprendere attraverso l’azione e sviluppare competenze e capacità sul tuo campo e così diventare pienamente ciò che sei, devi agire. Sul serio, fermati un attimo a riflettere: quante volte ti è capitato di voler cambiare qualcosa di essenziale nel tuo contesto – e di mezzo ci sono sempre una o più relazioni – e subito di volerti liberare da quell’impegno?

È difficile, è faticoso: prevede piccole e continue rivoluzioni personali.

 

Cosa fare

Facendo si può sbagliare, e sbagliare vuol dire dover ammettere di non aver compreso tutto, o di non aver compreso niente; sbagliare vuol dire doversi poi confrontare con chi diceva di sapere qual era la cosa giusta. Ah si? e perché non l’ha fatta? Sbagliare può voler dire perdere: soldi, clienti, occasioni, persone. Allora è meglio essere prudenti e far fare a qualcun altro… Si? Sei sicuro?

Apprendere attraverso l’azione3 , nelle situazioni più complesse e dinamiche, è la sola cosa buona da fare: è meglio sbagliare subito che sbagliare in continuazione, e senza imparare. Far fare a qualcun altro qualcosa che devi essere tu ad imparare è posticipare l’apprendimento; oppure, aver sempre bisogno di quel qualcun altro. L’autonomia, in un percorso di sviluppo fatto bene, è il risultato collaterale più importante.

Come faccio? Passare dal cosa al come, quando non si vuole fare la fatica del fare, è un attimo: il tema del non sapere come fare (a fare non si sa cosa) è diventato un alibi piuttosto convincente per mantenere lo status quo. Hai idea di quanto sia pericoloso non cambiare e non sbagliare, in un mondo come questo, in cui il tema non è tanto il cambiamento quanto l’aumento repentino della velocità con cui esso avviene?

 

Fare, agire, apprendere

Chiamami solo se hai davvero intenzione di agire. Io posso servirti nel farti da specchio4, nel monitorare i tuoi passi,  nel facilitare il tuo apprendimento, necessario e fondamentale soprattutto quando il contesto in cui avviene il fare cambia velocemente. Il mio affiancamento per esempio è utile per sviluppare qualità tue, come l’anticipazione, la riflessività, la flessibilità, l’autoconsapevolezza5. Posso farlo innanzitutto perché lo faccio continuamente su di me; so farlo perché conosco e ho esperienza di utilizzo del processo di Coaching6 su di me e per altri. Mentre ti affianco nel tuo fare ti chiederò un po’ di perché. È bene agire si, è meglio farlo consapevolmente.

 

Cosa accade se non agisci

Immagina un Coach essere, nella migliore delle ipotesi, un paio di bellissime scarpette da corsa. Se le acquisti senza nessuna intenzione di agire alla fine ti resterà una foto di te con un bellissimo paio di scarpette da corsa. Che poi avrai appeso al (chiodo sul) muro.

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Nota a margine.

Le professioni non si improvvisano. Come tante professioni a servizio della persona, anche quella del Coach richiede saperi, capacità, abilità, esperienza, consapevolezza, richiede un attento lavoro su di sé, una ricerca di coerenza e una attenzione e cura dell’altro che, chi lavora con le persone lo sa, sembra non essere mai abbastanza.

Grazie a tutti quei professionisti che si impegnano anche nella chiarezza del comunicare il proprio servizio, grazie per l’attenzione alle informazioni che offrono. Lavorare eticamente è prima di tutto comunicare eticamente. Mai come in questo momento forse ne abbiamo un estremo bisogno.

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1 Come direbbe Robert M. Pirsig, già citato più volte in questo sito per il bellissimo romanzo sulla qualità: Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (1974).

2 Finite and Infinite Games: A Visione of Life As Play and Possibility. James Carse, 2013.

3 Se vuoi approfondire: action learning.

4 Sono stati in tanti ad associare la professione del coaching all’arte ostetrica (= maieutica). Mentre Socrate sembrava poi di fatto un po’ distante dalla maieutica che gli si attribuisce, essa rende davvero bene l’idea di cosa un Coach possa e debba saper fare.

5 Quelle menzionate sono alcune delle capacità agentiche che il coaching è in grado di sviluppare. Per approfondimenti sul tema: L’efficacia del Coaching nello sviluppo delle risorse personali.  Borgogni, M. Grimaudo, P. Menatta, R. Orzes, F. Zampa, A. Di Rienzo. In Sviluppo&Organizzazione, 2022 n. 303. Ricerca scientifica promossa da AICP in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.

6 Il processo di coaching è dettato dalla norma UNI 11601:2015 sul Servizio di Coaching. Vedi qui il link al sito dell’ente di normazione UNI.

2022-05-05T08:14:51+02:00