La resilienza in una relazione

//La resilienza in una relazione

Le relazioni d’amore

C’è un aforisma che recita così: va tutto bene, alla fine; e se non va tutto bene non è ancora la fine. Se hai un buon senso dell’ironia stai sorridendo, perché sai bene che non esiste relazione senza sofferenza, senza una difficoltà, un conflitto. Ma davvero una relazione può solo finire perché tutto si risolva? Le relazioni sono per alcuni causa di grande sofferenza.

Le relazioni costituiscono anche la fonte più grande di felicità. Una vita felice è una vita di buone relazioni, scrive Seligman, padre della Psicologia Positiva.

In questo articolo parlo della resilienza nelle relazioni d’amore intendendo l’amore in senso lato ovvero quel sentimento che esiste in una relazione profonda tra due amici, due compagni, genitore e figlio, e così via.

Ma è proprio vero che l’amore fa soffrire¹ ? O che l’amore non esiste² ?

 IMG_3968

Foto mia – graffito di Exit Enter – in una strada di Pisa.

La resilienza nelle relazioni

 Andare avanti nonostante le difficoltà è un modo per riassumere il concetto resilienza, quando intesa nei temini della Intelligenza Emotiva: la resilienza è la forza (la capacità allenata) per superare i momenti difficili con la motivazione e la determinazione a raggiungere i propri obiettivi, la forza che si impiega per rialzarsi dopo essere caduti e rimboccarsi le maniche, perché la caduta lascia i suoi segni.

Se le difficoltà riguardano una relazione (con un amico, un compagno, un familiare, etc), allora la forza necessaria, e richiesta, è maggiore, perché dipende anche dalla capacità dell’altro – di andare avanti nonostante le difficoltà. Le difficoltà sono le difficoltà dell’uno, e dell’altro, le difficoltà sono le imperfezioni della persona con cui siamo in relazione (non soltanto più le nostre).

C’è una poesia (omonima della pubblicazione che la contiene) che recita così: Ti amo, ma posso spiegarti, a riassumere, con ironia, il fatto che amare sia qualcosa di assimilabile a un tradimento o più in generale a qualcosa che fa soffrire e di cui si deve rendere spiegazione; richiama alla promessa non lo faccio più! Che l’amore sia anche sofferenza è una tesi diffusa e sostenuta dai più; poi c’è chi afferma invece che l’amore non esiste. Di cosa parliamo allora quando parliamo d’amore? E a cosa serve la resilienza?

Vorrei qui, innanzitutto, restituire il nome giusto alle cose, e ripartire dall’amore inteso come un sentimento, un valore, e un insieme di azioni concrete, portatrici di benessere e umanità. Non cambiano le carte in tavola, ma cambia la nostra capacità di riconoscerle. Prova a ricordare l’ultima volta che hai litigato con un amico, o un compagno; prova a ricordare tutto ciò che nell’altro proprio non sopporti, non hai tollerato; qualcosa che dell’altro ti ha ferito e offeso.

Dov’è l’amore in tutto questo?

L’amore non è in tutto questo.

L’amore è nonostante tutto questo.

L’amore, quando esiste come sentimento e valore, vuole essere fortemente, nonostante ciò che nella relazione ci fa soffrire.

La resilienza in una relazione sta nell’amare anche se si è stati feriti, si sono passati momenti brutti, nell’amare-anche-se. Scrivere che l’amore “vuole essere” riconduce alla dinamicità dell’amore: amare è nel tempo, nella costruzione, nelle azioni; è un percorso, non un fotofinish.

Quando c’è sofferenza, allora questa sofferenza ha origine altrove; per esempio, nella difficoltà di amare qualcosa di imperfetto; in primo luogo noi stessi. Amare qualcuno che ci fa anche soffrire è una scelta che si rinnova ogni istante; è una scelta di amore e di coraggio, è un allenamento continuo alla capacità di gestire le emozioni, è un allenamento quotidiano alla resilienza: ogni momento in cui mi impegno, scelgo di fare qualcosa per amarti nonostante le difficoltà.

In quanto allenamento ha bisogno di essere tradotto in azioni concrete. L’amore non può esistere solo nell’intenzione, l’amore diventa quando produce amore. C’è chi nei momenti di difficoltà sceglie di prendersi uno spazio intimo per riflettere su ciò che è accaduto, per sentire cosa dell’altro risuoni in sé; c’è chi sceglie di amare anche rinunciando all’altro, perché anche questa è una scelta d’amore; chi si impegna ad accogliere i limiti dell’altro; chi, ancora, cerca il coraggio per dirsi: per ora non ce la faccio ad accogliere i tuoi difetti (e i miei limiti), ma ti voglio bene lo stesso.

Questo allenamento disarma l’odio; in ultima analisi ci aiuta ad amare l’altro e a farci diventare l’altro noi stessi.

Dedico la maggior parte del mio tempo alle relazioni. La conseguenza è che mi ritrovo quindi spesso anche a pensare alle relazioni. Le osservo, nella mia mente: osservo se migliorano, mi chiedo perché, osservo il nascere e l’attenuarsi dei conflitti, sento gli affetti;  ripenso a tutte quelle domande di coaching che sono sfociate nella problematicità di una relazione; problematicità che porta con sé sofferenza e talvolta disperazione.

L’amore diventa amore quando produce amore.

IMG_2019

Foto mia, in una strada di Sarzana (SP).

 

(¹) (²) Affermazioni di due clienti durante una sessione di coaching.

2016-08-24T00:37:51+02:00