Vuoi essere un LEADER efficace? Lavora con gli ADOLESCENTI

//Vuoi essere un LEADER efficace? Lavora con gli ADOLESCENTI

Prendi un adolescente, passaci del tempo. Prima: convincilo a passare del tempo con te

Se è vero che in molti contesti aziendali il cliente può essere visto come un mostro (cit.), a volte il dipendente può essere percepito molto, molto peggio.

(Io sono un caso fortunato, nella sfortuna dell’essere un libero professionista: adoro i miei clienti, i miei clienti sono speciali. È la fortuna di fare il lavoro che faccio.)

Ma torniamo a te, manager, che ti adoperi con impegno e determinazione in quel contesto organizzativo dove quel subordinato, quell’impiegato o quel collaboratore, non l’hai potuto scegliere, non l’hai selezionato tu; e anche nella migliore delle ipotesi in cui la selezione è stata tutto sommato buona, quel tipo lì proprio non lo digerisci.

Queste situazioni sono piuttosto frequenti, ma quando la persona in questione non è un collega, se ci tieni al tuo lavoro alla tua azienda e alla tua salute, lo sappiamo: è dura.

Che fare?

Hai presente quella situazione irrisolta con tuo figlio? O col figlio del tuo vicino? Quei ragazzi che suonano fino a tardi al piano di sotto? Quelli che incontri nel tram mentre vai a lavoro, o che giocano prima di te a calcetto la sera e impegnano il campo sempre oltre l’orario? Bene: loro, sono il tuo campo di allenamento privilegiato.

Farsi ascoltare, farsi seguire, ricevere un feedback che sia gentile educato e che abbia un senso logico, non subire l’effetto delle emozioni come fossero tsunami, riuscire a dire comunque qualcosa: relazionarsi con un adolescente è il contrario di tutto questo. E non perché gli adolescenti siano più mostri dei clienti (per alcuni questo è vero) ma perché gli adolescenti sono ancora liberi e, se non sono stati ancora piegati dalla società dalla scuola o da altre forze fallimentari, sono il miglior campo di allenamento. Ribellione, chiusura (riservatezza), senso di incomprensione, gestione emotiva altalenante, non sapere bene cosa si vuole, contrastare a prescindere, fare il contrario di quello che qualcuno dice, voler essere padroni di sé, affermare i propri pensieri, essere riconosciuti.

Il tuo collaboratore vuole realizzarsi attraverso la sua opera in azienda

Se in una parola l’adolescente ha bisogno di essere riconosciuto in questa sua forma ancora difforme e in divenire, nella quale ha bisogno della nostra totale fiducia che sì, diventerà grande e bello, il dipendente o collaboratore ha un desiderio che gli somiglia, perché si sta adoperando in un contesto che non possiede (di cui non è proprietario) ma che sente proprio, nel quale vuole realizzarsi e sentirsi utile. I luoghi di lavoro sono luoghi che vogoliono e devono fare in modo che i lavoratori si realizzino. E quando si ribellano, quano diventano insopportabili assenteisti e rompiscatole, quando non sono come li vorresti tu ma sai che sono comunque risorse fondamentali proprio perché diverse da te, occorre tu ti fermi e ti chiedi innanzitutto se quel luogo sta creando tutte le condizioni per mettere a frutto il pieno potenziale del lavoratore: umano, relazionale, e tecnico.

Buon allenamento, capo!

2020-02-24T19:06:54+01:00