In quanti dobbiamo essere

/, Senza categoria/In quanti dobbiamo essere

 

La Natura mette a disposizione dell’essere umano una informazione tanto evidente e semplice: per creare qualcosa di grandioso bisogna essere almeno in due.

Quanta saggezza possiamo  trarre da questa realtà.

Eppure, c’è chi si ostina a non volerlo considerare. C’è chi si ostina a fare da solo, o per lo meno: è quello che pensa di fare, che ciò che ha fatto lo ha fatto da solo.

Ma davvero?

Io ce la posso fare da solo: è un dirsi di cui tanti hanno bisogno.

Sai cosa: ce l’hai già fatta da solo. Se qui, insieme a noi. O sei lì, al tuo traguardo. Quindi si, puoi ancora farcela da solo. Credimi. La questione non è se farcela o meno, ma come. Sei felice?

Ce l’hai già fatta da solo perché da solo hai scelto: lì per forza ce la fai da solo, anche se credi che qualcun altro abbia scelto per te.

Ce l’hai già fatta da solo se hai pensato con la tua testa, se hai esercitato la tua autonomia: sei tu che definisci ciò che è importante per te, ciò in cui credi; la tua mente vuole essere libera nel pensare e nel credere (autòs: se stesso; nomòs: legge; atuonomia è libertà di vivere con le proprie leggi).

Ma ce l’hai fatta da solo a essere felice solo se hai cercato accolto e integrato tutte le migliori alleanze.

In quanti dobbiamo essere per farcela, e per essere felici è la domanda. All’essere umano non interessa solo sopravvivere, ma auto-realizzarsi e dare un significato alla propria piccola esistenza; esistenza che diventa grande, diventa tutto, insieme all’altro.

Io ce l’ho fatta da solo!

Ecco tu, più di altri, hai accolto e integrato in te innumerevoli straordinarie alleanze. Sei un fuoriclasse in fatto di alleanze. Puoi insegnarcelo.

Cercare e accogliere le alleanze è qualcosa in più del condividere i risultati, che pure è importante e significativo. È la ricerca e il confronto con qualcuno che unisce la sua forza e i suoi significati con te: soltanto così si fai cose grandiose.

Chi non ne sente la necessità è chi ce l’ha già: non uno, ma diversi alleati. Talvolta così scontati che non si vedono.

~

 

La ricerca di uno o più alleati è un fatto concreto ed è un aspetto centrale in un percorso di Coaching.

In un percorso di coaching, quando tutto è chiaro, rispetto all’obiettivo che si desidera raggiungere, alle risorse personali, agli ostacoli, ecco che le alleanze completano un piano di azione che può farci arrivare al futuro desiderato in modo che sia di auto-realizzazione, il che vuol dire rivoluzionario (non si torna indietro!). Non si tratta solo di esaminare e prendersi cura delle proprie relazioni, la cui qualità va a beneficio della  motivazione intrinseca a fare. Si tratta di individuare proprio una figura che farà la differenza in quel momento. Una figura, in un percorso, che sosterrà il cliente, o la squadra, nell’atto di superare un ostacolo.

Qui sto dicendo che l’alleato sarà in campo assieme a te, cliente. L’alleanza agisce concretamente all’interno del piano di azione.

Qualche esempio?

Ad S. sembrava insostenibile la sua posizione attuale in azienda – posizione che le impediva di esprimere tutta la sua competenza e la sua forza, voleva fare quel salto di ruolo che da tempo desiderava e che le avrebbe consentito di realizzarsi di più e meglio – epure impossibile sottoporre l’ennesima richiesta al CEO rispetto alla sua posizione in azienda, visto il clima, i cambiamenti e i no ricevuti dal suo collega.  Concedersi di pensare a G., la collega dell’altro reparto che più volte aveva espresso stima nei suoi confronti, come a una possibile alleata è stato il primo passo; contattarla e chiederle se e come fosse possibile facilitarla nella sua azione verso l’obiettivo è stato ciò che ha fatto la differenza all’interno del piano d’azione e l’avanzamento verso il risultato.

Quando M. vedeva nel suo compagno di squadra F. il limite affinché si potesse giocare bene insieme e vincere, nonostante e forse proprio per via del grande affetto che legava M. ad F. e la difficoltà a dirgli tutto (in campo c’erano intelligenza sociale, grande capacità di amare, umiltà e insieme perseveranza e coraggio), ecco che chiedere l’intervento di A., quell’altro compagno di squadra, e farlo durante una trasferta in una serata di leggerezza e comunione,  è stato il punto di volta. Per M. e per tutta la squadra.

Se ti stai chiedendo: è così semplice?

La risposta è sì, lo è. Ma è semplice quando le cose si guardano da fuori, quando non sei tu in quel processo bloccante. Ciò che per te è semplice, può essere estremamente difficile per un altro, e se qualcosa è pecepito come difficile, bada: è difficile. Tu sai bene che vale l’esatto contrario: quante  volte ti sei sentito dire Dai, cosa ci vuole, eppure ti sembrava così difficile da fare e affrontare? Ecco che gli alleati diventano fondamentali.

Il Coach è un alleato per il cliente?

Lo è senz’altro, perché ha fiducia nel suo cliente, sempre. Avere fiducia nel cliente non vuol dire dirgli ce la farai, a prescindere. Perché non lo può sapere se ce la farà: occorre che sia lui (lei/la squadra) a comprenderlo. Ecco cosa fanno insieme coach e cliente. Avere fiducia, per un coach, vuol dire vedere e allenare i punti di forza del cliente, perché il coach  è un esperto innanzitutto in questo. Ha esperienza dei punti di forza e di come si manifestano in campi specifici. Se vede una potenzialità, e il cliente nell’allenamento se la ritrova, bene quella sarà una leva: esiste ed è riconosciuta insieme. Avere fiducia nel cliente vuol dire facilitarlo affinché lui, lei, la squadra, crei le migliori condizioni per definire risultati desiderati e realistici, e ottenerli. Vuol dire fare luce su quella possibilità.

 

L’esempio di fronte al quale la Natura ci pone è un esempio di equilibrio tra i due che creano. Il coach, ce lo dice la maieutica, sarà l’ostetrica che facilita la nascita. Ma lì ci sono due, almeno due, che hanno creato insieme. C’è già tutto: deve soltanto venire alla luce.

Quali e quanti sono stati gli alleati nella tua vita?

 

2019-12-21T15:51:22+01:00